venerdì 29 giugno 2018

Un orologio "very professional!"

Alla fine del mese di aprile ho comprato un orologio... ovviamente non sembra una notizia molto attinente con questo diario di bordo ma per me ha un grande significato perché anche questo orologio rappresenta una sorta di tappa.
Da figlia di un orologiaio direi che ho sempre avuto almeno un orologio fin da quando ho imparato, piccolissima, a capire come si leggono le ore sulle lancette. Sono cresciuta nel retrobottega della gioielleria dei miei genitori, dove il mio papà passava ore e ore seduto, lenti d'ingrandimento agli occhi, a smontare e rimontare quei preziosi strumenti del tempo, vedevo a volte gente lamentarsi quando apprendevano che la riparazione dei loro orologi avrebbe richiesto qualche giorno e si chiedevano "e io come faccio?" perchè a quei tempi UNO era l'orologio che si possedeva, e veniva considerato prezioso, ai bambini veniva regalato in occasioni speciali come la Prima Comunione o la Cresima.
Poi sono arrivati gli orologi "al quarzo" senza le lancette e con i numeri a cristalli liquidi, che funzionavano a pile e che quando si rompevano erano dolori finchè la tecnologia non si è superata e arrivammo al punto che l'orologiaio quasi non serviva più, perchè i prezzi erano diventati così abbordabili che non valeva più la pena di riparare, conveniva comprare un orologio nuovo, anzi, più d'uno! Ricordo l'avvento degli orologi di plastica di ogni colore e disegno, da collezione e il lavoro del mio papà spesso era solo quello di sostituire le pile scariche ma quando arrivavano gli orologi "seri", quelli veramente belli e preziosi, era solo lui che li sapeva sistemare tanto che venivano a portarglieli anche gli altri negozianti della città.
Se papà ci fosse ancora sarebbe affascinato da quanto il progresso e la tecnologia sono avanzati negli ultimi anni, lui che amava ogni forma di questi strumenti: le foto, le videocamere, i gps, gli scandagli per il mare...
...
E dopo questi pensieri e ricordi del passato torno al mio orologio nuovo!
Da quando ho iniziato ad impormi di camminare ogni giorno, e soprattutto da quando le mie camminate sono diventate allenamenti per il mio pellegrinaggio, la mia curiosità per le varie applicazioni mi ha fatto installare nel cellulare parecchi modi di misurare i miei progressi, di contare i passi, le calorie e soprattutto di rivedere nella mappa i miei percorsi. Da qui a decidere di avere un orologio che potesse essere collegato a queste applicazioni il passo è stato breve. Ma grazie a mio fratello (lui si che è uno sportivo davvero!) ho anche capito che non era uno smartwatch ciò di cui avevo bisogno.
A fine aprile io, l'olimpionica del telecomando, vincitrice assoluta di svariate edizioni delle divaniadi casalinghe weekendiane, ho comprato un orologio da sportivi! Ok... Userò solo un decimo (forse) delle funzioni ma mi piace un sacco, piace un sacco anche a mio fratello che ha un modello più completo del mio e sono certa che sarebbe piaciuto un sacco anche al mio papà (che non avrebbe dovuto sostituire le pile).
Ovviamente anche questo orologio fa parte dei cambiamenti della Renata diretta a Santiago, ovviamente anche il mio orologio verrà a Santiago con me!

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