domenica 15 luglio 2018

Ebbene sì! Siamo a Santiago!

Siamo arrivate in anticipo, è stato difficile ma tanto emozionante. Non sono più riuscita a raccontare le tappe perché ogni giorno di più la stanchezza si faceva sentire e alla sera tutto ciò che volevo fare era andare a letto e dormire subito. Ho solo appunti veloci, foto, video ma scrivere anche solo i luoghi e alcuni aneddoti sarebbe fin troppo lungo da fare con le semplice tastiera del cellulare. Però non voglio perdere nemmeno uno dei pensieri che ho avuto e ho fissato in mente e non voglio lasciar perdere questo diario di bordo che è nato molto prima della mia partenza, assurdo chiuderlo prima dell'arrivo!
La mia intenzione è di riprendere ogni cosa scritta a mano su carta o semplicemente appuntata e poi, una volta a casa, con calma e soprattutto con una tastiera vera, cercherò di sistemare ogni cosa, magari postando con le date del cammino anche se scriverò a distanza di molti giorni!

mercoledì 11 luglio 2018

Il percorso di oggi, 11 luglio

Anche se il gps ha sbagliato il conto... La strada è stata lunga!

Lo spirito del Cammino

Anche oggi felici e pimpanti abbiamo percorso la nostra tappa.
Anche oggi ci siamo accorte che i signori autori delle guide quando arrivano al punto di scrivere il numero dei chilometri si bevono prima qualche spritz cattivo, con vino scadente fatto di polverine al posto di un buon prosecco e poi danno i numeri.
Ormai siamo già pronte ad aggiungere almeno tre o quattro chilometri a quanto ci viene indicato, così i 18 previsti anche oggi sono diventati 22, mentre per il mio gps (che deve aver bevuto non so come lo stesso spritz) sono diventati 27.
L'importante è essere arrivate a Pontevedra!
Abbiamo rivisto compagni di viaggio che avevamo perso nei giorni passati, abbiamo legato un po' di più con le compagne di viaggio che più abbiamo incontrato ultimamente. Anche questo è il bello del Cammino, ognuno va con il suo passo, ognuno prende il tempo che gli serve, ognuno gestisce le sue tappe sulle proprie forze, tanto a Santiago ci ritroveremo!
Detto questo mi prendo il lusso di sfogarmi per un fatto che non mi è per niente piaciuto.
Premetto che da quando siamo entrate in Spagna le cose sono un po' cambiate: lungo il Cammino si incontrano moltissimi pellegrini più di prima. Questo perché da Tuj partono tutti quelli che vogliono fare gli ultimi 100km, inoltre da ieri, a Redondela, il cammino portoghese è ancora più affollato perché si è unito il tratto costiero a quello centrale.
Ma moltissimi dei pellegrini che incontriamo sono in gruppo, con zainetti minimi, quasi tutti spagnoli e ho immaginato che per loro sia una tradizione viva e sentita, magari come per noi la classica gita fuori porta, anche perché in questi giorni si festeggia un po' dovunque San Benedetto, che ricorre oggi ma almeno da sabato vediamo e sentiamo feste in ogni paese.
Quello che mi lascia perplessa però è un'altra cosa. Ho notato che gli spagnoli sono molto chiacchieroni e rumorosi, non parlano ma urlano, e preferiscono salutarsi tra loro ignorando spesso i pellegrini stranieri, ai quali invece non risparmiano di far ascoltare le proprie chiacchierate e risa a volume più che alto.
Stamattina poi mi sono proprio sentita un'intrusa.
Io e Francesca avevamo finalmente trovato una chiesetta aperta, più che altro una piccola cappella dove era a disposizione anche il timbro fai-da-te, quindi ovviamente chiunque passava di lì entrava per lasciare il segno sulla propria credenziale. Noi ci siamo fermate con rispetto a recitare le lodi sottovoce per non imporre a nessuno la nostra preghiera ma subito dopo è entrato un gruppetto di circa 8 o 10 di questi spagnoli che parlavano animatamente, urlavano, ridevano... Insomma schiamazzi veri e propri, e non erano certo ragazzini ma attempate signore e omoni brizzolati. Mi sono voltata a guardarli per capire se avevano intenzione di fermarsi o se stavano solo facendo i timbri e un paio di donne hanno iniziato a fare sshhhh agli altri, alchè uno degli uomini ha protestato come se non avesse capito che stava esagerando o meglio come se non trovasse il caso di sentirsi dire di abbassare tono e volume e ha ripreso a vociare. Mi sono rivolta a lui dicendo in italiano "siamo in una chiesa" e lui in spagnolo ha detto qualcosa che significava più o meno "la chiesa è la casa di tutti i cattolici", allora gli ho detto "si, ma non è un bar", tra brontolii vari se ne sono usciti ma si sono poi fermati appena fuori dalla porta a parlare ancora più forte per farsi sentire ancora di più.
So benissimo che non tutti fanno il cammino come un pellegrinaggio di fede, ma credo che il rispetto e l'educazione siano cose da portare sempre con sé, tanto non pesano nello zaino.
Ho chiesto ad altri pellegrini più esperti di me e mi è stato detto che questi gruppetti di "padroni di casa" maleducati e arroganti sono dei "turigrini", cioé turisti che fanno il Cammino come vacanza a basso prezzo, rovinando però il suo vero spirito, almeno secondo me, ma un buon consiglio che mi è stato dato è di non arrabbiarmi e imparare qualcosa anche da episodi come questo: in un modo o nell'altro il Cammino insegna sempre qualcosa.
E dire che ho sempre guardato con simpatia i caciaroni!

Sesto giorno, 10 luglio, da O Porrino a Redondela


martedì 10 luglio 2018

Il percorso del quinto giorno, 9 luglio, da Paco (Fontura) a O Porrino


Un piccolo passo falso

Quella di ieri non doveva essere una tappa impegnativa, anzi, proprio perché avevamo notato che lo sarebbe stata quella di oggi l'idea era stata quella di fare qualche chilometro in più ieri e qualche chilometro in più il giorno prima, per avvantaggiarci e fare una camminata non troppo pesante poi.
Cosa sia andato storto non lo so bene, sta di fatto che l'altroieri invece di 17 i chilometri sono diventati 32 e ieri pure...e tutto per non farne 32 e mezzo oggi!!! Ammettiamo anche che le guide ci prendono in giro e ti raccontano distanze più corte della realtà. Aggiungiamo che negli ultimi tre giorni il sole è stato feroce, che un po' per il caldo e un po' per distrazione l'altro giorno abbiamo smesso di controllare le frecce e ci siamo perse aggiungendo 4 o 5 chilometri. Mettiamo pure in conto il fatto che da ieri (cioè da quando siamo entrate in Spagna) i pellegrini che incontriamo sono molti di più e quindi dovremmo arrivare presto all'albergue per trovare posto...
Insomma questa volta ho fatto un piccolo passo falso.
Nel pomeriggio di ieri avevo ormai consumato ogni forza anche se non avevamo percorso tratti difficili. Il caldo era insopportabile, ad un certo punto quasi per miracolo in mezzo al nulla abbiamo trovato una piccola baracca di legno con una panca, un tavolo e...miraggio...un distributore automatico di bibite fresche! Mi sono accasciata su quella panchina e quasi mi stavo addormentando con grande preoccupazione di Francesca.
Ma il peggio è stato quando siamo arrivate all'albergue... Sporco, pieno di pellegrini ammassati come sardine, in una camerata dal soffitto basso dove per far stare più letti (rigorosamente a castello) li avevano talmente avvicinati da unirli a due a due, le docce erano in condizioni nauseanti e purtroppo non solo a causa dell'ambiente ma soprattutto a causa della maleducazione delle persone ospiti. Siamo arrivate così tardi che ci hanno dato gli ultimi due posti disponibili... Ma dopo meno di un'ora ho deciso che non potevo resistere, mi ero sentita male lungo la strada, avevo bisogno di fare una lunga doccia senza correre il rischio di prendere il tetano e di dormire respirando senza che il fiato di altre cinquanta persone mi soffocasse. Cosi ho cercato una pensione e abbiamo lasciato qquell'albergue-lager, perché anche il mio spirito di pellegrina ha un limite!
Cos'ho imparato? Che devo riconoscere i miei limiti, che il Signore non mi chiede più di quanto possa dargli, che non sono meno pellegrina per aver dormito una notte in una pensioncina modesta e..... soprattutto...... che è bellissimo asciugarsi dopo la doccia con un ASCIUGAMANO VERO!!!

domenica 8 luglio 2018

Il percorso di oggi, 8 luglio

...e sembrava non finire mai!

Sto iniziando a capire

Si, un po' alla volta sono riuscita a capire che in questo blog non posso scrivere ogni giorno, o almeno non posso scrivere tutto quello che vorrei.
Ogni giorno è una nuova esperienza, sono persone incontrate, è strada percorsa, sono riflessioni fatte mentre cerchi di mettere un piede dopo l'altro in salita, sono le preghiere che ti porti da casa per un sacco di persone, il dispiacere di trovare chiese chiuse o di non riuscire ad essere presente alla messa, le lodi e i vespri recitati dove si riesce ad appoggiare lo zaino e se ti va bene in una chiesa o su un sagrato, sono gli altri pellegrini incontrati che ti salutano perché "siamo tutti dei nostri".
Ho capito che non si può, non si riesce a raccontare, a commentare, a trasmettere la quantità di parole che vorrei, perché il tempo è poco e lo passiamo soprattutto camminando, cercando di non ascoltare la stanchezza che ti accompagna dall'inizio.
Perché vorresti chiamare tutti e dire loro che li pensi e invece non sai se per i prossimi cinque minuti avrai abbastanza fiato per parlare o se lo dovrai conservare, perché quando arrivi alla fine della tappa sei così stanca che vorresti solo fare una doccia e dormire e invece devi lavare quello che ti togli di dosso sperando di riuscire a rubare gli ultimi raggi di sole per asciugare tutto e non riprendere l'indomani il Cammino con la mostra campionaria di calzini/mutande/magliette eccetera appesi allo zaino.
Ho capito che non si fa un racconto così importante "in diretta", posso solo dire che ogni giorno di più sono stanca ma soprattutto felice. Che mi ci vorrà tempo, dopo, per lasciar decantare e per metabolizzare quello che sto vivendo e solo allora potrò tentare di raccontare e solo in minima parte.
Oggi il mio pensiero è questo, dopo aver cambiato la destinazione della tappa, dopo essere riuscita a perdermi in un percorso impossibile da sbagliare e aver camminato almeno quattro o cinque chilometri in più, dopo aver cenato con tedeschi, un australiano, un coreano, un portoghese e un belga nell'ostello gestito da una canadese.
Ma prima, o forse meglio dire poi, questo grande dono che si chiama Cammino riuscirò a condividerlo.

sabato 7 luglio 2018

Causa troppo sonno... (Il percorso di oggi, 7 luglio)

...mi sa che questa sera non riesco a scrivere. Il racconto di oggi e la seconda parte di ieri sono rinviati a domani o anche dopo!

venerdì 6 luglio 2018

Quarto giorno (prima parte)

Anche oggi ci siamo messe in strada al mattino presto (ma a un'ora più decente di ieri) e armate di tutte le buone intenzioni.
La città verso cui tutti si dirigono a questo punto del Cammino è Barcelos, nota per il famoso miracolo del galletto che in qualche modo ha dato anche il nome al Portogallo. Noi però avevamo già deciso di superare Barcelos e dirigerci a Tamel per accorciare la tappa successiva che altrimenti sarebbe stata molto lunga.
Anche stamattina l'inizio del nostro cammino si è svolto sotto un cielo coperto e una temperatura piacevolmente fresca,
Oggi però il sole ha pensato bene di uscire dalle nuvolette prima di quanto aveva fatto ieri e presto ha iniziato a scaldare parecchio.


Il percorso di oggi, 6 luglio

Oggi aiams partite da Sao Pedro de Rates e passando per Barcelos, la città con il simbolo del galletto che ha in qualche modo influito sul nome del Portogallo, abbiamo proseguito per Tamel. Il gps però mi ha giocato un brutto scherzo e mi ha segnato un percorso di 35km anche se in realtà sono stati 27/28 circa. Se prpprop devo dirla tutta gli ultimi due in salita mi hanno tagliato le gambe come se ne avessi fatti piu di cento!

giovedì 5 luglio 2018

Il percorso di oggi, 5 luglio

E questo è il nostro percorso, da Vilar de Pinheiro a Sao Pedro de Rates

Terzo giorno

Eh sì, questa volta ci siamo, abbiamo iniziato davvero il cammino!
La sveglia stamattina ha suonato alle quattro meno un quarto!!! Ci siamo messi in macchina tutti e quattro (più Caio e Piero, i nostri zaini) e ci siamo diretti verso l'aeroporto dove abbiamo salutato Luigi e mia mamma che sovevand fare il check in molto presto per tornare a casa.
Fatti i saluti ci siamo dirette verso il parco macchine dell'autonoleggio per restituire l'auto, peccato che abbiamo sbagliato strada, abbiamo preso l'autostrada, ci siamo incasinate.... Ma grazie al buon vecchio Google Maps ce la siamo cavata!
Dopo esserci portate a Vilar De Pinheiro con la metro, finalmente ci siamo messe sul serio a camminare!
Un po' per l'alzataccia, un po' per le continue salite e discese a cui non siamo abituate, la stanchezza si è fatta sentire verso gli ultimi chilometri ma tutto il percorso non
ho fatto che offrirci grandi doni.
Il cielo era inizialmente coperto e solo quando il sole è uscito abbiamo capito che le nuvole ci avevano permesso di stare fresche e tranquille!
Per fortuna il caldo è arrivato solo a pochi chilometri dalla meta!
Per quanto ci fossimo allenate devo dire che non siamo abituate abbastanza alle strade in salita e discesa, aggiungiamoci che alzarsi alle quattro non è poi così rilassante...
E ancora adesso dopo ore dall'arrivo, una doccia, un riposino, una buona cena le gambe fanno "Giacomo Giacomo", ma non mi riferisco a SAN Giacomo!

mercoledì 4 luglio 2018

Secondo giorno

Abbiamo salutato Fatima a metà giornata per tornare nuovamente a Porto dove per tutto il pomeriggio abbiamo girato in città.
Porto è davvero una gran bella città, peccato non avere il tempo di visitarla con calma per poter vedere le tante bellezze che offre.
Per rubare con gli occhi il più possibile di questo gioiello del Portogallo, dato il pochissimo tempo a disposizione, abbiamo deciso di salire in un bus turistico scoperto e abbiamo ricevuto davvero un bell'abbraccio pittoresco dalla città.
Poi un doveroso saluto alla cattedrale per ricevere il nostro quarto timbro sulla credenziale e per vedere la nostra prima conchiglia!
Ma ora si fa sul serio.
A nanna prima di presto perché la sveglia è puntata alle 3,50 del mattino. Si accompagnano all'aeroporto fuori città mia mamma e Luigi, si riconsegna l'auto, si prende la metro alle 6 e si parte!

Dovevamo partire da Fatima

Quando abbiamo iniziato a progettare il Cammino con la seria intenzione di farlo avevamo pensato di fare i conti (stretti) con la nostra situazione di ragazzotte non più in tenera età e decisamente non allenate a certe avventure. Sì, è vero che tempo fa (mooooooolto tempo fa) avevo scorrazzato e scarpinato alla grande con zaino in spalla e fazzolettone scout al collo, ma non è il caso di rivangare la preistoria.
Di fatto il nostro primo obiettivo di percorrere gli ultimi 100km del Cammino (quanto serve per avere la "Compostela", l'attestato del pellegrino), si è presto mutato in un itinerario molto piu lungo (grazie a Renato) e quindi la partenza non piu da Tuj in Spagna ma da Porto in Portogallo.
Solo dopo un paio di mesi da questa decisione sia io che Francesca, senza nemmeno accordarci, avevamo avuto la stessa sensazione di disagio al pensiero di andare in Portogallo senza vedere Fatima.
La decisione di dedicare i primi due giorni del nostro tempo ad una visita al famoso santuario è venuta da sé, immediatamente, naturalmente, senza dubbi, non appena abbiamo capito che entrambe avevamo avuto quel pensiero, poi si sono aggregati Luigi e la mia mamma.
Ieri pomeriggio nel grandissimo piazzale tra una basilica e l'altra abbiamo avuto la netta consapevolezza di quanto sia stata giusta la decisione di essere lì, ho visto accadere quelle che chiamo Dioincidenze e ho capito che non sarebbe potuto accadere diversamente.
Questa mattina però ho capito. Mi è apparso completamente chiaro: noi non "siamo andate" a Fatima, non "abbiamo deciso" di essere lì, di iniziare da lì il nostro pellegrinaggio. Noi ERAVAMO ATTESE a Fatima, noi SIAMO STATE CHIAMATE a Fatima e abbiamo semplicemente risposto e tutto è andato ben oltre ad ogni piu rosea aspettativa: la messa in Italiano, la fiaccolata, una suora italiana a nostra completa disposizione che ci ha spiegato ogni parte del museo, ci ha mostrato il video in italiano perché in quel momento la sala era stranamente libera, ci ha raccontato un sacco di storie legate agli oggetti donati dai fedeli, ci ha mostrato e descritto la corona della Madonna che porta la pallottola dell'attentato a Papa Giovanni Paolo II....
È vero che siamo arrivate in auto, abbiamo dormito in albergo, abbiamo fatto spesucce nei negozietti, ma il nostro pellegrinaggio è veramente iniziato a Fatima, ne sono convinta.

Primo giorno

Finalmente è iniziato il nostro tanto atteso pellegrinaggio, anche se non da subito in Cammino. Questa mattina molto presto siamo partiti da Jesolo, Francesca e Luigi, io e la mia mamma, diretti all'aeroporto di Bergamo.
Il volo per Oporto è stato piu noioso del previsto, ma forse la colpa è della fretta di arrivare a destinazione al piu presto.
Abbiamo lasciato una Jesolo con il cielo coperto e abbiamo trovato una Porto con lo stesso cielo, poco male, il nostro primo impegno era quello di andare a ritirare l'auto a noleggio per metterci sulla strada per Fatima.
Il paese delle apparizioni ai tre Pastorelli ci ha accolti in un albergo molto carino (me lo devo gustare per bene perché fra due notti si dorme in albergue!).
Soprattutto è davvero toccante la spianata della basilica, vedere le tante persone che la attraversano per decine e decine di metri in ginocchio è emozionante in un modo indescrivibile.
Nella chiesina delle apparizioni abbiamo incontrato un gruppo di italiani che erano arrivati con l'opera romana pellegrinaggi.
Sarà un caso... O una Dioincidenza.... Ma anch'io ero in pellegrinaggio con l'opera romana, in Israele, sette mesi fa, quando ho capito che era arrivato il momento di fare il Cammino, e oggi che questo ha inizio chi incontro? Un gruppo di pellegrini italiani!
Non solo, la decisione di Francesca e mia di affidare il nostro Cammino alla Madonna ci ha donato la possibilità di partecipare alla messa in italiano (non ci speravamo proprio), celebrata dal vescovo di Anagni. Direi che abbiamo iniziato proprio bene!
E per non farci mancare niente, dato che ci eravamo alzati solo da 17 ore, stasera siamo andati anche alla fiaccolata!


lunedì 2 luglio 2018

Caio ha fatto la dieta dimagrante

Ciao a tutti, sono lo zaino della Renata, sono appena stato battezzato con il nome Caio (perché Tizio sembrava troppo impersonale) questa mattina ero davvero fuori forma e in sovrappeso ma grazie alla dieta miracolosa del pellegrinangelo custode Pietro Giove, del gruppo fb "le vie di Santiago",
 ho perso un sacco (a pelo) di peso! Ora sono quasi snello e aitante, lo so che potrei essere anche più magro e leggero di così ma che ci posso fare, Renata non è poi così pazza di me da rinunciare ai sandali! Chissà... Magari lungo la strada dimagrirò ancora! Io e Renata partiremo domattina dall'aeroporto di Bergamo. Se mi vedete in giro per il Portogallo, lungo la variante espiritual, a Santiago (segni particolari: bellissimo, grazie soprattutto al leone di San Marco!) chiamatemi e chiamate anche Renata, in fondo è lei che si sobbarca il mio peso, ci farà piacere conoscervi di persona!

domenica 1 luglio 2018

L'inizio del Cammino

Mi hanno detto, ho letto e sto sperimentando che il Cammino inizia nel momento in cui decidi di farlo.
A conti fatti il mio ha parecchi inizi!
Circa cinque anni fa, quando ho ripreso a frequentare l'ISSR di Portogruaro, ho conosciuto Renato, pellegrino navigato che oltre ad aver percorso ogni via possibile ne parlava in continuazione. "Devi provare! Quando deciderai ti darò ogni indicazione e ti procurerò le credenziali del pellegrino!" e io rispondevo "Si vabbè... chissà quando e se lo farò". Finchè poi l'ho chiamato davvero!
Da circa tre o quattro anni l'argomento "Cammino di Santiago" tornava a più riprese nelle conversazioni con Francesca.
Mentre a dicembre/gennaio mi trovavo in Israele per un pellegrinaggio con le colleghemasoprattuttoamiche insegnanti di Religione della Diocesi continuavo a vedere ovunque immagini di San Giacomo e conchiglie.
A gennaio io e Francesca abbiamo definitivamente capito che era arrivato il nostro momento, potevamo cimentarci negli ultimi 100km, magari alloggiando in qualche comodo albergo data la nostra tenera età. Poi siamo andate da Renato e improvvisamente i chilometri sono più che raddoppiati mentre gli alberghi sono diventati albergues (che non sono esattamente la stessa cosa... anzi!).
A febbraio il nostro stalker di aerei privato (cioè Luigi, il marito di Francesca che ha il pallino di aerei/aeroporti/compagnie aeree e affini) ci ha prenotato i biglietti ed è diventato ufficiale: partenza il 3 e ritorno il 17 luglio.
A Pasqua continuavamo a vedere alla tv vari film sui pastorelli di Fatima e ci siamo chieste "perchè non partire il giorno dopo l'atterraggio e fare prima una deviazione per andare a vedere il Santuario?"
Dopo un paio di settimane anche Luigi e mia mamma avevano i biglietti d'aereo per partire con noi, trascorrere con noi un giorno e mezzo tra Fatima e Porto, fare ritorno il 5 luglio mentre Francesca e io inizieremo VERAMENTE a camminare.
Un paio di settimane fa (circa) mi viene consigliato di guardare un bellissimo film sul Cammino, lo trovo in streaming e passo la serata piangendo, dopo solo due o tre giorni lo stesso film viene trasmesso in tv così almeno faccio piangere qualcun altro!
E dopo aver fatto tanti conti alla rovescia: mancano due mesi, meno di due mesi, un mese, meno di un mese, tot giorni......... Oggi per la prima volta posso indicare la mia partenza in una sola parola, cioè DOPODOMANI!
Emozioni a mille, contrastanti, forti, sopite..... inutile cercare di descriverle ora!
Ieri pomeriggio il mio parroco (uno dei due... perchè io in realtà continuo a frequentare la parrocchia dove sono nata e cresciuta ma abito in un'altra zona e ogni tanto vado alla messa vicino a casa) ha dato a me e a Francesca la benedizione del pellegrino e ci ha messo il primo timbro sulla credenziale. Domani per par condicio anche il mio secondo parroco (che poi è parroco di Francesca, nonchè una persona a cui sono molto affezionata) ci benedirà e ci timbrerà. E fatto questo... siamo pronte... forse... per partire! Ci siamo! Si inizia!

venerdì 29 giugno 2018

Un orologio "very professional!"

Alla fine del mese di aprile ho comprato un orologio... ovviamente non sembra una notizia molto attinente con questo diario di bordo ma per me ha un grande significato perché anche questo orologio rappresenta una sorta di tappa.
Da figlia di un orologiaio direi che ho sempre avuto almeno un orologio fin da quando ho imparato, piccolissima, a capire come si leggono le ore sulle lancette. Sono cresciuta nel retrobottega della gioielleria dei miei genitori, dove il mio papà passava ore e ore seduto, lenti d'ingrandimento agli occhi, a smontare e rimontare quei preziosi strumenti del tempo, vedevo a volte gente lamentarsi quando apprendevano che la riparazione dei loro orologi avrebbe richiesto qualche giorno e si chiedevano "e io come faccio?" perchè a quei tempi UNO era l'orologio che si possedeva, e veniva considerato prezioso, ai bambini veniva regalato in occasioni speciali come la Prima Comunione o la Cresima.
Poi sono arrivati gli orologi "al quarzo" senza le lancette e con i numeri a cristalli liquidi, che funzionavano a pile e che quando si rompevano erano dolori finchè la tecnologia non si è superata e arrivammo al punto che l'orologiaio quasi non serviva più, perchè i prezzi erano diventati così abbordabili che non valeva più la pena di riparare, conveniva comprare un orologio nuovo, anzi, più d'uno! Ricordo l'avvento degli orologi di plastica di ogni colore e disegno, da collezione e il lavoro del mio papà spesso era solo quello di sostituire le pile scariche ma quando arrivavano gli orologi "seri", quelli veramente belli e preziosi, era solo lui che li sapeva sistemare tanto che venivano a portarglieli anche gli altri negozianti della città.
Se papà ci fosse ancora sarebbe affascinato da quanto il progresso e la tecnologia sono avanzati negli ultimi anni, lui che amava ogni forma di questi strumenti: le foto, le videocamere, i gps, gli scandagli per il mare...
...
E dopo questi pensieri e ricordi del passato torno al mio orologio nuovo!
Da quando ho iniziato ad impormi di camminare ogni giorno, e soprattutto da quando le mie camminate sono diventate allenamenti per il mio pellegrinaggio, la mia curiosità per le varie applicazioni mi ha fatto installare nel cellulare parecchi modi di misurare i miei progressi, di contare i passi, le calorie e soprattutto di rivedere nella mappa i miei percorsi. Da qui a decidere di avere un orologio che potesse essere collegato a queste applicazioni il passo è stato breve. Ma grazie a mio fratello (lui si che è uno sportivo davvero!) ho anche capito che non era uno smartwatch ciò di cui avevo bisogno.
A fine aprile io, l'olimpionica del telecomando, vincitrice assoluta di svariate edizioni delle divaniadi casalinghe weekendiane, ho comprato un orologio da sportivi! Ok... Userò solo un decimo (forse) delle funzioni ma mi piace un sacco, piace un sacco anche a mio fratello che ha un modello più completo del mio e sono certa che sarebbe piaciuto un sacco anche al mio papà (che non avrebbe dovuto sostituire le pile).
Ovviamente anche questo orologio fa parte dei cambiamenti della Renata diretta a Santiago, ovviamente anche il mio orologio verrà a Santiago con me!

mercoledì 27 giugno 2018

Il ritmo del Cammino

Ieri ho letto una bellissima riflessione sul Cammino di Santiago e ci ho pensato su un bel po'. In pratica si diceva che per quanto sia un percorso affollato in realtà ognuno fa da solo il proprio Cammino, ed è proprio così.
Fin da quando abbiamo iniziato a progettare questa avventura sia io che Francesca siamo perfettamente consapevoli che lungo la strada potremmo anche separarci per qualche tempo, per qualche minuto, qualche ora, chissà, forse anche per qualche giorno. Siamo state subito messe in guardia dal pericolo di voler ad ogni costo essere legate perchè potrebbe essere causa di incomprensioni.
E' così, ognuno deve essere libero di percorrere la propria strada con i propri tempi, il proprio ritmo, le proprie esigenze di pausa o la propria fretta, non si può imporre ad altri o sentirsi imporre da altri di andare ad ogni costo fianco a fianco. Potrebbero esserci momenti in cui si ha bisogno di silenzio, altri in cui si vuole chiacchierare con perfetti sconosciuti. Potrebbero esserci momenti in cui ci si vuol fermare a riposare o addirittura scegliere di dormire per una notte in un bell'albergo invece che in una camerata tra tanti pellegrini. Potrebbe capitare che qualcuno vuole alzarsi la mattina molto presto mentre qualcun altro preferisce dormire un po' di più e fare magari anche una pigra colazione con tutti i canoni.
Foto dal web
Francesca e io lo abbiamo capito e ci rassicuriamo su questo a vicenda da mesi ormai, anche se durante i nostri allenamenti ci siamo sempre accorte che, almeno per chiacchierare tra noi (e noi chiacchieriamo sempre tanto!) riusciamo sempre ad adeguare i nostri ritmi di camminata l'una all'altra senza nemmeno farlo di proposito!
Quando mi capita di parlare con qualcuno e dire "Sono in partenza per il Cammino di Santiago" quasi sempre mi sento dire qualcosa del tipo "Che bello! Vorrei farlo anch'io! L'anno prossimo verrò con te!" e mi sembra scortese rispondere "Semmai partirai con me, ma non è detto che faremo il Cammino assieme" perchè sembra quasi sia una risposta scostante, invece il Cammino è anche questo: essere in tanti sulla stessa strada, conoscere tante persone, magari anche partire in gruppo ma alla fine è camminare assieme alla persona che di più dobbiamo interrogare e che di più ci deve fare compagnia, cioè noi stessi.
Nel mio caso io e me andremo assieme (anche con Francesca ovviamente!) da Giacomo per avvicinarci soprattutto a quel Lui che ci è sempre accanto, Cammino o non Cammino.

martedì 26 giugno 2018

L'asciugamano in microfibra, apriamo un dibattito!

Bisognerebbe ridare al vocabolario il valore che merita, chiamare le cose con il loro nome e non usare termini impropri, se non esistono i vocaboli giusti se ne devono creare di nuovi (vabbè, petaloso a parte!).
Propongo una crociata contro il nome "asciugamano" dato in modo assolutamente immeritato a quei teli in microfibra che vengono consigliati, o meglio imposti, a chi vuole preparare lo zaino per il Cammino. Quei "cosi" in microfibra sono leggeri, non si inzuppano con il rischio di non riuscire ad asciugarsi in tempo e ammuffire nello zaino mentre vengono trasportati da una tappa all'altra, si arrotolano e diventano piccoli piccoli ingombrando praticamente il minimo. Insomma un'invenzione geniale..........
....se non fosse per il fatto che non sono ASCIUGAMANI!
Un corpo immerso nell'acqua, o più esattamente sotto alla doccia, se poi vuole asciugarsi veramente deve ingaggiare una dura lotta impari contro i geniali cosi microfibrosi perchè non asciugano! Non scivolano sulla pelle raccogliendo le goccioline d'acqua come farebbe un asciugamano: vi si appiccicano; non portano via l'acqua: la spalmano! In pratica danno la sensazione di volersi asciugare con una pelle di daino, anzi, pure meno!
Quindi li chiamerò pelle di daino finta microfibrosa, ma asciugamani proprio no, non lo meritano!

lunedì 25 giugno 2018

La "cappasanta" (e il gonfalone)

Per chi ancora non lo sapesse, è la conchiglia simbolo del cammino di Santiago, è il disegno che vedrò di più, che mi darà le indicazioni lungo la strada, che mi appare davanti agli occhi da qualche anno ormai, più o meno da quando ho iniziato ad aprire quel famoso cassetto dove vengono riposti i sogni, all'inizio molto raramente e poi sempre più spesso, fino a quando ho capito che il sogno del Cammino doveva smettere di essere tale e diventare la realtà.
Le "Dioincidenze" hanno uno stile tutto loro quando vogliono capitare, quelle che volevano farmi capire che era arrivato il mio momento di partire avevano la forma della cappasanta, così ho iniziato a vederla ovunque (ma non a tavola ora che ci penso!). Quadri, immagini, sculture, durante il mio viaggio in Israele ero praticamente accompagnata da San Giacomo che vedevo sempre per primo ogni volta che andavamo a visitare qualche luogo, ovviamente riconoscibilissimo grazie, appunto, alla cappasanta.
Il nome stesso di questa conchiglia (che si dovrebbe chiamare pettine di mare se non sbaglio) è un chiaro riferimento al Santo di Compostela, ancor più nel modo in cui è indicata in lingua francese (ebbene si, molto raramente, ma qualche volta hanno ragione anche i francesi... e qui mi fermo perchè potrei farmi prendere la mano dalla mia antipatia verso Napoleone e progenie!), vale a dire Saint Jacques, cioè proprio San Giacomo!
I pellegrini che percorrono il cammino la portano appesa allo zaino, ma già nei tempi passati la appuntavano al mantello o al bastone per usarla come segno di riconoscimento che dicesse "si, sono un pellegrino che sta andando a Santiago" o come bicchiere per dissetarsi alle fontane, problema che noi della generazione tupperware nemmeno conosciamo!
Ho cercato molte informazioni a riguardo e ho trovato molti pareri discordanti, c'è chi dice che dovrebbe essere raccolta sulla spiaggia dell'Oceano a Finsterre al termine del cammino, oltre Santiago; c'è chi dice che deve essere portata fin dalla partenza; qualcuno la dipinge e la decora (ho visto foto di conchiglie addobbate e colorate che sembravano alberi di Natale!); qualcuno non la vuole proprio; tutti assicurano che in ogni paesino lungo il cammino viene venduta in tante misure, colori, materiali; molti dicono che deve essere regalata.
Così l'ho chiesta sfacciatamente in regalo, bella, naturale ma bianca! La mia cognatina preferita l'ha voluta regalare sia a me che a Francesca, grande e bianchissima ed è bellissima!
Farà bella mostra di sè appesa al mio zaino assieme ad un'altra cosa che ho voluto ad ogni costo: la MIA bandiera, il gonfalone di San Marco!
'Ndemo Marco, te porte dal to coega santo, 'ndemo da Giacomo!

domenica 24 giugno 2018

Ultimi allenamenti

I miei allenamenti ormai vengono fatti con lo zaino praticamente quasi sempre. Stamattina sono partita da casa, lo zaino pieno più o meno come se dovesse essere pronto per partire, inizialmente non sapevo quanto avrei camminato ma ho preso la strada che costeggia il fiume, che ad un certo punto diventa argine e sentiero sterrato. Dopo aver camminato un po' avevo quasi deciso che avrei proseguito fino a Punta Sabbioni, ma quando ho telefonato perché qualcuno venisse a prendermi alla aestinazione dove avevo pensato di arrivare mi è stato detto "Fermati li che arriviamo" e così il mio allenamento di questa mattina è stato di 10 km scarsi, poco male, avrò modo di rifarmi. Ora sto cercando di imparare come fare per caricare i video e per scrivere sotto dettatura un nuovo post del blog.

sabato 23 giugno 2018

Il mio Cammino

Perchè la vita non si ferma nonostante le ferite più laceranti, quelle che ti lasciano a terra a pensare "ok basta, mi fermo qui, fermate tutto perchè voglio scendere".
Non possiamo essere noi a decidere fino a quando il nostro percorso in questo mondo dovrà andare avanti, la vita stessa è un cammino, a volte lungo a volte breve, a volte facile a volte difficile, a volte non hai le scarpe giuste o il terreno non è quello che vorresti, non possiamo decidere l'itinerario nè chi incontreremo lungo la strada, non possiamo decidere quali gioie e quali dolori vivremo, la vita si può solo vivere. La mia dose di esperienze belle e brutte l'ho avuta, chissà che altro mi aspetterà in futuro e chissà per quanto a lungo.
Ma una cosa l'ho imparata: non posso scegliere COSA avere dalla vita, ma posso decidere COME vivere ciò che capita.
Ho detto mille e mille volte che ho pianto già tutte le mie lacrime, ma ogni volta ne ho lasciate cadere altre, poi ho capito che ogni volta avevano un sapore diverso: la rabbia, l'impotenza, la nostalgia, la depressione, il dispiacere, la disperazione, il dolore, lo strazio, la speranza, la commozione, la gioia, l'affetto, l'amore, la consapevolezza e chissà a quante altre sfumature non sono ancora riuscita a dare un nome. Ogni volta che pensavo di non avere la forza di proseguire non potevo far altro che andare avanti, si dice spesso che non si può tornare indietro ed è vero, ma bisognerebbe riflettere anche sul fatto che non si può nemmeno fermarsi.
Si va avanti, si deve andare avanti, ma possiamo decidere con quale spirito farlo, possiamo decidere come farlo, possiamo decidere quali pensieri portare con noi e quali lasciar andare, da quali imparare e quali scartare.
Dal Web

E adesso ho capito perchè io Cammino, ho sempre camminato, sono sempre dovuta andare avanti, volente o nolente ma adesso prendo in mano la situazione e decido io che voglio Camminare. Non so se ce la farò, se arriverò fino in fondo, chi incontrerò o chi vorrò non aver incontrato, non so se sarò in grado di dare davvero un significato importante e profondo al mio Cammino, ma lo farò e sono certa, certissima che lungo la strada riceverò quel che devo ricevere, niente di meno e niente di più.

martedì 19 giugno 2018

AIUTO!

Ci siamo! Ci siamo davvero! Quello che negli ultimi mesi era ancora un traguardo lontano, un qualcosa atteso ma con calma perchè c'era tanto tempo per farci l'idea, adesso è praticamente arrivato! Mancano poco più di 10 giorni alla partenza, il programma è già cambiato alcune volte e lo zaino viene riempito e vuotato quasi quotidianamente e inizio ad avere paura!
Molte delle cose che avevamo stabilito inizialmente sono state cambiate, per esempio non partiremo subito dopo essere atterrate a Porto, passeremo prima un giorno e mezzo tra Fatima e Porto con Luigi e mia mamma che ci accompagneranno per poi fare ritorno mentre noi inizieremo il cammino il giorno 5 invece del giorno 3 luglio.
Durante le varie camminate di allenamento ho capito che lo zaino che mi era stato prestato non sarebbe andato bene, era troppo grande e dovendo preparare un bagaglio più ristretto e leggero possibile non potevo usare uno zaino enorme per lasciarlo mezzo vuoto. Così ora ho uno zaino tutto mio... metti che poi ci prendo gusto e voglio fare il cammino altre sette o otto volte?!?!?!?

mercoledì 9 maggio 2018

Pellegrinaggio pre-cammino

L'idea di fare il cammino di Santiago mi ronzava da anni nella mente, come già ho avuto modo di scrivere, anche se in realtà all'inizio era e restava solo un'idea ronzante, di quelle che ti tieni lì ma che non hai davvero voglia di attuare.
Solo con Francesca l'idea ha iniziato a diventare molto più ronzante e molto meno solo un'idea, fino a quando abbiamo deciso che era giunto il momento di metterla in atto.
Io e Rudi, Gerusalemme.
Dopo anni che ci eravamo perse di vista ci siamo subito ritrovate e ho capito che in sua compagnia sto decisamente bene, io sempre chiacchierona e irruenta, lei più pacata e riflessiva; io tendo all'improvvisazione, lei più portata al programmare; io esplosiva, lei tranquilla; in pratica andiamo d'accordo proprio perchè non siamo come due scarpe sinistre ed essendo diverse ci supportiamo. Abbiamo iniziato da qualche anno a coinvolgere pure i nostri mariti nel tempo che trascorriamo assieme, scoprendo che anche loro si trovano bene in compagnia, di conseguenza il passo per decidere di trascorrere assieme le nostre vacanze è stato molto breve!
Durante le vacanze di Natale c'è stata l'occasione di partecipare ad un pellegrinaggio molto speciale, in Terra Santa, tra maestre (o ex maestre) di religione della diocesi con i mariti. Anche Francesca e Luigi sarebbero dovuti venire con noi ma purtroppo un piccolo problema di salute ci ha impedito di vivere assieme questa bellissima esperienza. Forse anche per questo al mio ritorno la decisione di partire per Santiago, di fare davvero un pellegrinaggio assieme a Francesca, si è rafforzata e da lì ad organizzarci davvero è stato un passo molto breve!
Per la verità mentre mi trovavo in viaggio anche alcune care amiche si erano mostrate entusiaste all'idea del Cammino, ma come io e Francesca abbiamo dovuto attendere qualche anno prima che arrivasse il nostro momento di partire, forse questo non era il momento di Chiara, Claudia, Beatrice...

lunedì 12 marzo 2018

Ti porto con me, nello zaino.

Mi è capitato spesso in questi giorni di pensare a tutte le persone che ricordo, che ho ricordato e che ricorderò nelle mie preghiere e ovviamente penso a come avrò occasione di farlo anche durante il cammino. Si, perché quello che mi porterà a Santiago, voglio ricordarlo sempre, sarà un pellegrinaggio.
Voglio proprio, decisamente, che sia un pellegrinaggio, non un semplice viaggio, una vacanza, una sfida, una fatica, una prova.
Come tale quindi non potrà essere vissuto senza la preghiera. Nelle mie preghiere ci sono sempre tante persone, vicine o lontane, presenti o assenti, viventi o defunte, care o meno, tante persone che affido all'abbraccio e alle cure del Signore ogni volta che prego pensando a tutti quelli che si affidano a me o a quelli a cui voglio sentirmi vicina nella preghiera.
Ho davvero molte persone da ricordare nella preghiera: la mia famiglia, mio marito e la mia bambina, poi i miei genitori e mio fratello con mia cognata e mio nipote, i miei parenti più stretti e  lontani e i miei suoceri (anche se purtroppo mio suocero l'ho conosciuto poco) e i parenti di mio marito, insomma la mia famiglia; ci sono poi tante persone che hanno voluto bene a Fedra: tanti medici come Giovanni, suo secondo papà, e poi tutte le dottoresse della pediatria che l'hanno vista crescere fino a chi si è occupato di lei negli ultimi tempi in rianimazione e ancora la ricorda come Alessandra e Berni, i tanti infermieri e infermiere e ovviamente tutte le persone che mi hanno tanto aiutata durante i numerosi ricoveri che si sono susseguiti negli anni, prima tra tutti la zia Tilde.
Il mio mondo è la scuola e in tanti anni ho avuto moltissime colleghe e parecchie centinaia di alunni (insegnando religione in ogni classe ne ho a centinaia ogni anno!) presenti e passati che a volte nemmeno ricordo più, mi piacerebbe tanto scrivere ogni singolo nome e lasciare un biglietto come preghiera per loro a San Giacomo, ma sono tutti scritti dentro di me!
Ho tante colleghe insegnanti di Religione della mia diocesi e con alcune di loro ho stretto profondi legami di grande amicizia ci incontriamo ogni volta che possiamo e stiamo tanto bene assieme, una collega speciale che mi ha fatto riscoprire la voglia di studiare è stata poi Patrizia che con la sua vastissima cultura ha sempre animato le giornate in cui d'estate si va in montagna per preparare lo studio dei testi per i Gruppi d'Ascolto, come potrei dimenticare il mio caro direttore Roberto a cui mi sento ancora profondamente legata anche se non è più il capo e don Valter che dopo don Rino è stato uno dei miei direttori "storici".
Nella mia parrocchia ci sono molte persone che mi hanno detto di ricordarle e come potrei non farlo? E in particolare c'è il Gruppo d'Ascolto che mi ha accolta quando ho perso Fedra e che mi ha fatto trovare la voglia di riprendere a studiare anche grazie a don Italo. Ora il mio parroco è don Alfredo e siccome in realtà abito lontana dalla parrocchia che continuo a frequentare, ho anche don Gianni come parroco, che mi ha tanto aiutata, supportata (e sopportata) sopratutto durante le varie giornate di preparazione ai Gruppi d'Ascolto in montagna a Soramaè con tutti gli altri partecipanti a quelle serene giornate.
Voglio portare nel mio zaino anche i compagni di studi e i prof dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose, spero tanto che San Giacomo mi faccia ritrovare la motivazione necessaria per completare quanto ho voluto riprendere negli ultimi anni e riuscire ad arrivare alla laurea.
Tante persone fanno parte della mia quotidianità e per tutte voglio poter portare un pensiero, la dottoressa della farmacia, la fioraia che da quando ho perso Fedra mi prepara ogni settimana i fiorellini per lei, tante persone ammalate, amici vicini e lontani.
Ho tantissime amiche che ho visto poco o non ho visto mai alle quali sono legata grazie a varie esperienze del passato, soprattutto ai vari lavoretti più o meno artistici, come quando mi dedicavo ai lavori con le perline, con l'ago del chiacchierino o con le cannucce di carta intrecciate.
Quale migliore occasione di questo cammino? Ho già avuto modo di "portare e tenere con me" per tutto un pellegrinaggio queste intenzioni, nel mio recente viaggio in Israele avevo un bagaglio (piuttosto pesante) in formato valigia e uno in forma di preghiera.
Anche questa volta potrò dire, e per la verità ho già iniziato a farlo, "ti porto con me nello zaino" a molte persone. Mi fa piacere, mi dà conforto e senso, sapere che lo zaino che dovrò tenere sulle spalle lungo tutti quei chilometri e che cercherò di preparare in modo più essenziale possibile perchè sia meno pesante, in realtà conterrà decine e decine di persone a cui penserò e per cui pregherò per tutto quel lungo cammino.