mercoledì 11 luglio 2018

Lo spirito del Cammino

Anche oggi felici e pimpanti abbiamo percorso la nostra tappa.
Anche oggi ci siamo accorte che i signori autori delle guide quando arrivano al punto di scrivere il numero dei chilometri si bevono prima qualche spritz cattivo, con vino scadente fatto di polverine al posto di un buon prosecco e poi danno i numeri.
Ormai siamo già pronte ad aggiungere almeno tre o quattro chilometri a quanto ci viene indicato, così i 18 previsti anche oggi sono diventati 22, mentre per il mio gps (che deve aver bevuto non so come lo stesso spritz) sono diventati 27.
L'importante è essere arrivate a Pontevedra!
Abbiamo rivisto compagni di viaggio che avevamo perso nei giorni passati, abbiamo legato un po' di più con le compagne di viaggio che più abbiamo incontrato ultimamente. Anche questo è il bello del Cammino, ognuno va con il suo passo, ognuno prende il tempo che gli serve, ognuno gestisce le sue tappe sulle proprie forze, tanto a Santiago ci ritroveremo!
Detto questo mi prendo il lusso di sfogarmi per un fatto che non mi è per niente piaciuto.
Premetto che da quando siamo entrate in Spagna le cose sono un po' cambiate: lungo il Cammino si incontrano moltissimi pellegrini più di prima. Questo perché da Tuj partono tutti quelli che vogliono fare gli ultimi 100km, inoltre da ieri, a Redondela, il cammino portoghese è ancora più affollato perché si è unito il tratto costiero a quello centrale.
Ma moltissimi dei pellegrini che incontriamo sono in gruppo, con zainetti minimi, quasi tutti spagnoli e ho immaginato che per loro sia una tradizione viva e sentita, magari come per noi la classica gita fuori porta, anche perché in questi giorni si festeggia un po' dovunque San Benedetto, che ricorre oggi ma almeno da sabato vediamo e sentiamo feste in ogni paese.
Quello che mi lascia perplessa però è un'altra cosa. Ho notato che gli spagnoli sono molto chiacchieroni e rumorosi, non parlano ma urlano, e preferiscono salutarsi tra loro ignorando spesso i pellegrini stranieri, ai quali invece non risparmiano di far ascoltare le proprie chiacchierate e risa a volume più che alto.
Stamattina poi mi sono proprio sentita un'intrusa.
Io e Francesca avevamo finalmente trovato una chiesetta aperta, più che altro una piccola cappella dove era a disposizione anche il timbro fai-da-te, quindi ovviamente chiunque passava di lì entrava per lasciare il segno sulla propria credenziale. Noi ci siamo fermate con rispetto a recitare le lodi sottovoce per non imporre a nessuno la nostra preghiera ma subito dopo è entrato un gruppetto di circa 8 o 10 di questi spagnoli che parlavano animatamente, urlavano, ridevano... Insomma schiamazzi veri e propri, e non erano certo ragazzini ma attempate signore e omoni brizzolati. Mi sono voltata a guardarli per capire se avevano intenzione di fermarsi o se stavano solo facendo i timbri e un paio di donne hanno iniziato a fare sshhhh agli altri, alchè uno degli uomini ha protestato come se non avesse capito che stava esagerando o meglio come se non trovasse il caso di sentirsi dire di abbassare tono e volume e ha ripreso a vociare. Mi sono rivolta a lui dicendo in italiano "siamo in una chiesa" e lui in spagnolo ha detto qualcosa che significava più o meno "la chiesa è la casa di tutti i cattolici", allora gli ho detto "si, ma non è un bar", tra brontolii vari se ne sono usciti ma si sono poi fermati appena fuori dalla porta a parlare ancora più forte per farsi sentire ancora di più.
So benissimo che non tutti fanno il cammino come un pellegrinaggio di fede, ma credo che il rispetto e l'educazione siano cose da portare sempre con sé, tanto non pesano nello zaino.
Ho chiesto ad altri pellegrini più esperti di me e mi è stato detto che questi gruppetti di "padroni di casa" maleducati e arroganti sono dei "turigrini", cioé turisti che fanno il Cammino come vacanza a basso prezzo, rovinando però il suo vero spirito, almeno secondo me, ma un buon consiglio che mi è stato dato è di non arrabbiarmi e imparare qualcosa anche da episodi come questo: in un modo o nell'altro il Cammino insegna sempre qualcosa.
E dire che ho sempre guardato con simpatia i caciaroni!

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